Il nostro spazio interiore
Cerato, un rimedio “spirituale”
C’ è un momento nella nostra vita in cui abbiamo bisogno di uno spazio vuoto per fermarsi, leccarsi le ferite, ricaricare le energie o, semplicemente, solamente capire dove sono ora e sono diretta.
Prendersi una pausa è anche l'unico modo per fare spazio al nuovo. I periodi di stacco possono aiutare a cambiare certe abitudini e, più in generale, nel momento in cui lo facciamo, una parte della mente continua a “lavorare”, ma le consentiamo di farlo in modo diverso.
Fermarsi non è semplice, in particolare in un’era in cui è quasi diventato una bestemmia pensare di farlo, e invece ci viene richiesto solo di correre e produrre.
Ma a me piace andare controcorrente e ho deciso di fermarmi, andarmene via per un po' e isolarmi da tutto e tutti. Ho bisogno di immergermi nel mio spazio interiore, un luogo senza confini né limiti in cui alberga la mia essenza, per esplorare le parti ancora sconosciute, o più semplicemente per ritrovare me stessa.
Ho anche scritto una lista di punti su cui vorrei riflettere, ma non so ancora se lo seguirò, oppure lascerò la mia mente libera di vagare dove vuole, perché a volte le risposte arrivano portate dal vento.
Per aiutarmi in questa introspezione, chiederò auto al fiore più spirituale del sistema del dr. Bach: Cerato.
La Ceratostigma willmottiana è una pianta perenne arbustiva con fusto sottile, rampicante e caduco, originario dell’Asia, usato a volte anche nella medicina tibetana come rimedio per “tirare fuori” la voce. Il fiore si apre a spirale, un gesto legato alla spiritualità, che ricorda la danza sufi.
Una personalità Cerato appare confusa, facilmente deviabile, insicura e non in contatto con la propria intuizione. Il rimedio aiuta anche a seguire una via quando ci “si perde”, perché incrementa un contatto con le caratteristiche proprie del nostro spirito essenziale.
La personalità Cerato possiede la capacità di assorbire molte informazioni dal proprio ambiente, cosa che, anziché aiutarla, la confonde. Dovendo tener conto di più punti di vista, di fronte a una decisione, e dato il suo timore di commettere errori, lascia la soluzione nelle mani degli altri. Come scrive Jordi Cañellas nel suo bel manuale sui Fiori di Bach parlando di questo fiorellino azzurro, arriva l’errore e di nuovo avviene un cambio di decisione, e così via, fino a quando il pentagono azzurro dei suoi fiori l’aiuta a ritrovare il proprio centro e riprendere fiducia in se stessa e nelle proprie intuizioni.