Vi ho lasciato settimana scorsa nel primo post con i Fiori di Bach consigliati dopo un licenziamento. Siamo arrivati quindi al secondo passaggio: l’orientamento verso un nuovo lavoro. Possono aiutarci anche in questo caso i rimedi floreali?
Qualche volta è successo anche a me di essere licenziata negli anni passati.
Avevo provato rabbia, sconcerto e tanto altro ancora. Ma dopo tutto questo, mi ero chiesta: ORA COSA FACCIO?
Mi ero asciugata le lacrime e poi mi ero "tirata su le maniche”, avevo ripreso in mano il mio curriculum vitae e avevo iniziato ad aggiornarlo.
Mentre lo scrivevo, mi ero accorta di quante competenze avevo accumulato nel corso degli anni.
Già questo mi aveva sollevato notevolmente il morale.
Non solo, il nuovo curriculum mi metteva sotto gli occhi che avevo preso una direzione differente, ed era arrivato il momento di modificare il mio percorso professionale.
Decisi quindi di seguire questo nuovo suggerimento e cercai dei corsi di aggiornamento dove avrei potuto riqualificarmi.
Andai su internet per vedere cosa proponeva il mercato, trovai dei corsi e chiamai per iscrivermi.
Così ebbe inizio una nuova fase della mia vita.
Quali Fiori di Bach ho scelto per questa seconda fase?
Hornbeam per dare una struttura al mio pensiero e iniziare ad organizzarmi (mi perdo, quando devo scrivere cose noiose come il mio CV). Questo fiore ha reso la sua stesura un lavoro interessante.
Wild Oat per scegliere tra tutte le opzioni che avevo davanti a me, quella che fosse più “giusta”.
Larch, per credere maggiormente in me stessa.
Mimulus, per le paure concrete, tipo “come vivo questo mesi di aggiornamento senza un’entrata sicura?”.
Infine White Chestnut, per il logorio mentale che non mi faceva dormire la notte.
Mi è stata utile anche la visione di un film visto per caso, Gli Stagisti
Racconta in chiave leggera di due quarantenni, interpretati da Owen Wilson e Vince Vaughn, che si ritrovano senza un lavoro. Decidono così di tentare uno stage lavorativo per provare ad essere assunti nella più grande azienda online, Google.
Ovviamente non vi spoilero la fine, ma la morale di questa commedia è quanto sia apprezzata, anche in un’azienda dove lavorano persone giovani, l’esperienza accumulata negli anni e il “pensare in modo creativo”.
Mi ha iniettato una buona dose di ottimismo: l’età non conta nulla, quando si ha voglia di ricominciare.
Alzate lo sguardo e pensate in grande!
Ma soprattutto, OSATE!
ci vediamo la prossima settimana con l'ultima parte di questo lungo post