Questa mattina mi telefona una mia anziana parente e chiacchierando, mi racconta che deve fare un’operazione perché vede sempre meno.
Poi commenta ”Conosco tantissime persone che vedono sempre meno. E’ la malattia di questo secolo”
Questa frase mi ha colpito molto… “la gente vede sempre meno”.
Per me, che credo fermamente che ogni sintomo è un disagio psichico che si esprime nel fisico, mi fa riflettere.
A chi non succede a volte di scegliere di non voler vedere quello che ci circonda, per quieto vivere o per paura.
Tanti, troppi scelgono di essere ciechi, di non vedere.
Si chiudono nella loro quotidianità e sopravvivono alla vita, non trovando abbastanza coraggio per affrontarla.
Ci si trasforma in tanti don Abbondio per comodità
"Il nostro Abbondio, non nobile, non ricco, coraggioso ancor meno, s’era dunque accorto, pria quasi di toccar gli anni della discrezione, d’essere, in quella società come un vaso di terracotta, costretto a viaggiare in compagnia di molti vasi di ferro."
Ma dove si può trovare il coraggio?
Bella domanda!
Me la sono posta anch’io tante volte!
La mia risposta è di uscire dalla quotidianità, conoscendo gente nuova, imparando ad ascoltare, insomma vivere ogni giorno come se fosse l’ultimo.
Trovare il coraggio di scegliere e combattere la propria battaglia, non solo sui Social.
Semplicemente anche imparando a dire di NO.
Dovremmo prendere esempio dall’Eremita dei Tarocchi e scendere in strada, con una piccola luce per cercare il nostro percorso.
Preparando il prossimo corso sui Tarocchi, mi sono imbattuta In questo Eremita.
Lo riconoscete?
Linus è il filosofo delle strisce di Shulz. Nel disegno cerca arditamente la sua strada, ha una luce e un fagottello (probabilmente la sua coperta, non se ne separa mai).
Nonostante le sue paure, continua coraggiosamente a cercare, costruendo magnifici castelli di sabbia e dipingendo enormi quadri semplicemente disegnandoli con un dito.
L’Eremita è il Matto dopo un tratto del suo cammino, felice di aver preso la strada, ma anche consapevole di quello che deve affrontare.
Personalmente preferirei essere l’Eremita piuttosto che don Abbondio.
E voi?
Camilla